Il valore morale del dono
Abbiamo esperienza di numerosi ingrati, ma ancor più ne creiamo noi, poiché alcune volte rinfacciamo pesantemente e pretendiamo di avere contraccambiato il beneficio, a volte siamo instabili e ci pentiamo subito del regalo che abbiamo fatto, altre volte siamo brontoloni e profferiamo menzogne anche per futili cose. Così roviniamo ogni riconoscenza, non solo dopo che abbiamo elargito i benefici ma mentre li diamo…
Tuttavia, la turba degli ingrati non ci renda restii a fare del bene. Anzitutto, come ho detto, noi contribuiamo ad ingrossare quella turba, poi neppure i sacrilegi e la trascuratezza nei loro confronti distoglie gli Dei immortali da questo forte bisogno di donare. Usano la loro natura e aiutano tutti quanti anche quelli che disprezzano i loro doni. Seguiamo il loro esempio, per quanto è possibile all’umana debolezza: diamo doni e non prestiamoli ad interesse. E’ degno di essere ingannato chi nel dare pensi di ricevere…
E se qualcuno non dona perché non ha ricevuto alcunchè, avrà donato per avere in cambio qualcosa e sostiene così la causa degli ingrati rispetto ai quali è vergognoso non restituire pur avendone le possibilità. Quanta gente è indegna della luce ! E tuttavia il giorno sorge. Quanti si dolgono di essere nati ! E tuttavia la natura continua a generare nuove schiatte e tollera l’esistenza di quegli stessi che vorrebbero non essere mai nati. E’ proprio di un animo grande e buono non cercare il frutto di un beneficio ma il beneficio in sé stesso e continuare a cercare il bene anche dopo il male. Quale magnificenza ci sarebbe nel giovare a molti se nessuno fosse capace di ingannare ? La virtù sta proprio in questo, dare benefici, non cose che comunque ci torneranno indietro; e l’uomo perbene sa apprezzare subito il frutto di quei doni. Questa cosa non ci deve spaventare né renderci indolenti nel fare un bel gesto così che, perfino se mi fosse sottratta la speranza di trovare un uomo grato nei miei confronti, preferirei non ricevere piuttosto che non fare favori, poiché chi non dà sopravanza il vizio dell’ingrato. Questo è il mio parere: chi non restituisce il beneficio sbaglia di grosso, ma chi non lo offre sbaglia ancora di più.
Lucio Anneo Seneca, De Beneficiis, 1, 4-5, 9-13