Impara a volare
Alex, un bambino di circa dieci anni guarda fuori dalla finestra della sua cameretta, verso il cielo, il sole è alto e nell’aria si sente già profumo di primavera, l’aria è fresca e pulita. Alex appoggia i gomiti sul davanzale della finestra aperta e con le mani si tiene il mento mentre sogna ad occhi aperti… Il suo sguardo è perso nel vuoto, rincorre pensieri che volano lontano, molto lontano…
”Che cosa stai facendo?” Le parole della sorellina lo riportano bruscamente alla realtà.
”Stavo guardando gli uccelli volare, sai a me piacerebbe molto imparare a volare, ma… credo che sia difficile, voglio dire per noi umani.”
Alex si gira verso la sorella e si accorge che lei aveva già rovesciato sul tappeto tutte le tessere di un puzzle.”
Invece tu.. cosa stai combinando? Perché hai fatto questo macello in camera mia?” La sorellina lentamente inizia a dividere le tessere per colore.
“ Ho voglia di fare questo puzzle, posso farcela da sola ma se vuoi puoi aiutarmi così finisco prima e tolgo il disturbo più in fretta.” Alex si siede in terra vicino alla sorella e inizia a prendere una tessera in mano “
Io non avrei tanta voglia di fare questo puzzle, e poi che cosa rappresenta? Dove è il disegno che deve venire fuori?”
“Non lo so, la sua scatola si era rotta e il disegno guida non c’è più.”
“E adesso come facciamo a comporre un puzzle di duecentocinquanta tessere senza seguire il disegno di base?” Chiede Alex alla sorella.
“Beh, sarà un po’ più difficile ma vedrai che alla fine ci riusciremo, intanto possiamo cominciare ad assemblare il contorno, aiutami a trovare le tessere che hanno un lato dritto. A proposito cosa stavi dicendo quando guardavi fuori dalla finestra?”
“Stavo pensando che sarebbe molto bello se anche gli uomini potessero volare”
“Ma certo che possono volare hanno già inventato gli aereoplani, gli elicotteri, alianti,mongolfiere… E se ti piace tanto volare puoi sempre fare da grande il pilota, così sarai contento!”
“No, non voglio volare con un mezzo di trasporto, voglio volare come fanno gli uccelli, aprire le braccia e spiccare il volo.”
“Beh in questo caso tutto è più complicato, ma non impossibile. Vedi? E’ come fare il puzzle senza disegno da seguire, sì sono sicura che alla fine ci riuscirai”. Alex si avvicina alla sorella e le dà un bacio sulla fronte “Grazie della stima che hai di me, mi fai molto coraggio ma temo che la mia impresa sia troppo difficile, sai ne ho parlato anche con la mamma ma non credo che mi abbia preso sul serio, si è messa quasi a ridere quando le ho detto che volevo volare, sai gli adulti non sanno vedere il mondo con occhi diversi, ti dicono che la natura non ci ha forniti di ali e il nostro corpo è troppo pesante per poter volare da soli, che noi siamo animali dotati di grande intelligenza e percio’ ci siamo costruiti dei mezzi per volare. Tu invece con gli occhi da bambina mi rincuori dicendomi che prima o poi riuscirò nella mia impresa.”
“Guarda Alex un pezzo del puzzle lo abbiamo già incastrato, vedi che poi non è così difficile? Secondo me devi prima di tutto credere in quello che vuoi realizzare, devi assolutamente sentirlo dentro di te che ce la puoi fare, e poi non farti mai scoraggiare da chi ti dice che non ce la farai mai, non darti per vinto ma combatti fini alla fine , inoltre non sentirti mai solo, c’e’ sempre qualcuno che e’ disposto ad aiutarti, afferra saldamente la sua mano ogni volta che ne hai bisogno.”
“Grazie sorellina dei tuoi preziosi consigli, adesso mi sento più sollevato ma… come si fa… a volare ?” Così dicendo, tra un pensiero e l’altro Alex attacca un pezzo del puzzle a quello di Gaia.
“Vedi Alex, stiamo formando il disegno insieme, piano piano tutte le tessere avranno il loro giusto spazio, se ne prendi una da sola non ti dice niente, sembrano addirittura tutte uguali, ma sono tutte diverse e puoi metterla solo al posto giusto non ti puoi sbagliare, ma se ne manca anche una sola il disegno non viene fuori, vedi? Forse la forza degli uomini è come un puzzle, un uomo da solo non è utile a nessuno, ma tanti uomini insieme possono formare una potentissima forza.”
“Hai perfettamente ragione ma come faccio a volare?”
“Ragioniamoci un attimo intanto che questo misterioso disegno prende forma…” Dice la piccola Gaia al fratello. “Tu vuoi volare ma tutti ti dicono che è una impresa impossibile, ma per volare bisogna essere leggeri, come gli uccelli… Che cosa ti fa sentire leggero, Alex? Sai adesso che ci penso bene a volte mi sento così contenta che mi sembra di poter volare, ti è mai capitato? Anche tu hai provato questa strana sensazione, Alex?”
Alex inserisce un altro piccolo pezzo di puzzle a quello di Gaia e risponde sorridendo, ”Si, è vero a volte mi è capitato… Ma certo! Hai ragione tu…e sai quando? Quella volta che per strada ho regalato una calda coperta di lana ad un poveraccio senza tetto, mi ha fatto tanta pena quell’uomo che dormiva su una panchina del parco con quel freddo coperto solo di cartoni, che ho sentito il desiderio di aiutarlo. Quando gli ho tolto i cartoni di dosso per avvolgerlo nella calda coperta, lui si è svegliato e non dimenticherò mai il suo sguardo pieno di gratitudine per il mio semplice gesto. Gia’ in quel preciso momento ero talmente contento che ho volato ma non me ne sono accorto. Hai ragione tu, per volare bisogna essere leggeri e per essere leggeri bisogna essere altruisti, generosi verso coloro che sono meno fortunati di noi. Grazie sorellina mia, hai fatto più te con i tuoi occhi pieni di semplicita’ che tutti gli adulti messi in sieme.” Alex si avvicina di nuovo alla sorella e l’abbraccia calorosamente. “Adesso anche questo puzzle sata prendendo forma, il contorno e buona parte del disegno lo abbiamo formato ma mancano ancora alcune tessere centrali, solo che non vorrei che si fossero perse… non le vedo qui sul tappeto, dove sono finite? Se non ci sono dovrò buttare via tutto il puzzle, a cosa serve se mancano le tessere? Alex e Gaia cercano le tessere sul tappeto, sotto il letto, sotto la scrivania, dietro il comodino, niente. La voce della mamma interrompe la loro ricerca,
”Ragazzi, venite! La cena è pronta”
“Si… adesso arriviamo un attimo solo.” Il cane grande amico dei due fratellini aveva trascorso tutto il pomeriggio accanto a loro due sdraiato anche lui sul tappeto sonnecchiando, udita la voce della mamma si alza, si sgrulla come fanno tutti i cani quando si svegliano, per dirigersi in cucina fiutando con il naso. Proprio lì sotto, dove aveva dormito il cane tutto il pomeroggio, Alex e Gaia trovano le tessere che mancano. “Eccole, guarda dove erano andalte a finire, presto finiamo il puzzle e poi andiamo a cena.”
“Si, a questo punto credo che anche Billy voleva aiutarci a fare il puzzle.” Dice la piccola Gaia. I due fratellini lasciano la stanza per andare a mangiare tenendosi per mano allegramente. Alex sorride alla mamma contento, “Sai mamma siamo riusciti a fare un puzzle bellissimo, è stato difficile perche’ non avevamo più il disegno da segure ma insieme ce l’abbiamo fatta. E soprattutto sono felice perché Gaia mi ha… Insegnato a… volare.”
Nella cameretta di Alex, sul tappeto tutte le tessere erano al loro posto, il duro lavoro era stato terminato, ora al centro del tappeto si poteva vedere il disegno del puzzle, un fondo blù mette in risalto una scatola bianca con il fiocco verde ed il coperchio leggermente sollevato dal quale esce una piccola goccia rossa. Al centro della scatola delle lettere scritte con la calligrafia di un bambino D p E.
Silvia Ghione
Gennaio 2012